“Un giorno mi svegliai e decisi di volere una chitarra acustica. Sentivo che avevo lasciato in sospeso qualcosa. Io scrivo la mia vita, in ogni parola ed in ogni rima c’è un pezzo di me. Ed ho ancora tanto da scrivere”.
Ha qualcosa di importante da dire, Gab Ryal: lo affida a parole e musica, alla sua chitarra acustica, alle sue canzoni scritte in inglese, a cinque brani che compongono Lightness, il suo EP d’esordio, disponibile su Spotify, iTunes etc.

Musicista autodidatta, cresciuto in una band come chitarrista ritmico e seconda voce, Gabriele Carannante si è formato sul palco tra concerti e contest, maturando in seguito una nuova visione del fare musica. Nel 2015 diventa Gab Ryal: sciolta la band, prosegue da solo, con voce, chitarra acustica e qualcosa di nuovo da comunicare al pubblico. “Prima facevo alternative metal, mentre ora faccio canzoni che girano tra il folk/hip hop/soul/indie, ma tutto in chiave pop. La scelta può essere strana, ma mi ritrovo a scrivere più nelle melodie in inglese che in italiano. Sarà che ho sempre ascoltato musica inglese o quanto meno internazionale. Poi se vuoi riempire gli stadi e i grandi palchi del mondo (e non solo in Italia) c’è una sola lingua che riesce a farlo ed è l’inglese”.

Rimessosi nuovamente a studiare, Gabriele lavora a un primo blocco di brani a partire dalla primavera del 2019: sono i pezzi che compongono Lightness, figlio di nuove amicizie come quella con Angelo Bibita, che ha prodotto questo EP. Un disco che mette in evidenza il talento del giovane artista, che non nasconde i suoi ascolti e le sue influenze: “Con il nuovo decennio è arrivato tra i miei ascolti Ed Sheeran, poi ho allargato l’area incontrando il suono di Shawn Mendes, Tom Walker, Damien Rice, James Arthur e molti altri. Ma non mi fermo, ascolto da piccolo anche rap e hip hop come ad esempio 2pac, Eminem, 50 cent. Vario anche sull’elettronica come Billie Eilish e Anne Marie”.

Lightness è una sorta di piccolo diario intimo, cinque brani costruiti su rivelazioni, sogni, speranze: “Racconto la mia vita di ventiseienne. Voglio far capire alle persone che niente è impossibile. C’è una frase di un tizio che mi è rimasta impressa e grazie a lei mi sono risvegliato: Nessuno al di fuori di te, può crederci più di te”.

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