Rita Benincasa. Le Lune cerchiate: simbolo dell’espressionismo astratto
Rita Benincasa. Le Lune cerchiate: simbolo dell’espressionismo astratto
Le prime opere di Benincasa, risalenti alla fine degli anni ’60, si collocano nel solco dell’astrattismo classico italiano, in dialogo con il Manifesto dell’Astrattismo firmato nel 1950 da Nativi e Berti. Le sue tele iniziali, caratterizzate da geometrismo rigoroso, griglie nere e colori primari, evocano il neoplasticismo olandese di Mondrian e Van Doesburg, e riflettono l’influenza di Mario Radice. In queste composizioni, la natura è assente e domina l’essenzialità formale.
Dopo una lunga pausa creativa, l’artista riprende a dipingere nel 2020, inaugurando una nuova fase espressiva. Abbandona l’astrattismo puro per dare voce a un’esigenza interiore più profonda: le sue opere diventano proiezioni dell’anima, visioni emotive che si concretizzano su tela o su legno. Vortici, linee curve, sfere cromatiche e onde di colore dominano la scena, mentre la luna emerge come simbolo ricorrente, archetipo di una realtà trasfigurata.
Il blu e il giallo, spesso accostati, evocano il post-impressionismo di Van Gogh, mentre l’approccio visionario richiama le parole di Franz Marc: “l’arte non è altro che l’espressione del nostro sogno”. Le linee spirituali rimandano a Hans Otto Boehr, mentre le curve spezzate e i paesaggi reinventati richiamano Congdon e Hundertwasser. Nella contemporaneità, le opere di Benincasa dialogano con Chanturia e Le Goaréguer, in un ponte tra memoria e intuizione.
La nuova fase: “Lune cerchiate”
Con le opere più recenti, Rita Benincasa inaugura una nuova fase artistica che il critico d’arte Simone Fagioli definisce “Lune cerchiate”. In questa evoluzione, la luna non è più solo simbolo di interiorità, ma diventa centro cosmico e catalizzatore visivo. Il cerchio che la racchiude ne amplifica la potenza espressiva, trasformandola in fulcro energetico e spirituale.
In una delle nuove tele, una grande luna gialla irradia luce in un cielo turbolento, dove bande rosse, grigie e blu si avvolgono in vortici dinamici. La scena è incorniciata da cipressi neri che si riflettono in un’acqua dorata, creando un’atmosfera sospesa tra sogno e rivelazione. Nell’altra opera, la luna esplode in tonalità di giallo, arancio e bianco, circondata da un cielo in movimento, dove si intrecciano blu, verdi e rossi. I paesaggi sottostanti sembrano piegarsi alla forza del corpo celeste, mentre un secondo cerchio verde, in alto a sinistra, suggerisce un dialogo tra mondi.
Queste lune cerchiate segnano un passaggio ulteriore: da una pittura emotiva a una visione cosmica, dove la forma si fa simbolo e il colore vibrazione. La luna, elemento ricorrente nella poetica dell’artista, diventa qui soggetto e messaggio, luce e confine. Il paesaggio non è più solo sfondo, ma partecipe del moto interiore, come se la terra stessa respirasse con il cielo.
Rita Benincasa, con la sua pittura, invita lo spettatore a un viaggio silenzioso, dove ogni linea è una domanda e ogni colore una risposta. Le sue opere parlano al cuore e alla mente, e lasciano un’impronta che va oltre il visibile.
Obiettivo Cultura con Rita Benincasa – puntata 1
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