Proporre un “Evento” con contenuti culturali ed artistici di un certo rilievo non significa solo ricercare, selezionare, scremare tra i tanti il migliore possibile. Il problema è di capire se l’evento ottenuto dopo la minuziosa cernita possa apportare al destinatario finale un miglioramneto apprezzabile del livello culturale. Il curatore deve valutare se abbia capacità sufficienti per proporre il messaggio o l’argomento dell’Artista. Non si può proporre sempre tutto ed indistintamente ignorando etica ed onestà intellettuale. L’obiettivo è di evitare di far perdere tempo all’artista, al pubblico-osservatore e credibilità al curatore.

Con enorme piacere e onore mi accingo dunque a presentare il nuovo appuntamento di

“Duca Cultura” che contempla un articolato programma composto da immagini, musica e intense suggestioni dal titolo, “Il Cantico dei cantici come porta sull’Universo”. In prima mondiale saranno dischiusi in musica gli otto capitoli del Testo latino del Cantico dei Cantici di Lux Arcana. Il Cantico farà da pertinente sfondo musicale al giardino dell’Eden ricreato in una scenografica visione tra opere artistiche e natura. I riflettori saranno puntati sulle porte dipinte dall’artista che si spalancheranno alle ore 17 e 30 del giorno 29 giugno 2013 per l’inaugurazione della personale Evento. “La forza della Shekinah” invita l’anima alla scoperta del giardino, luogo in cui la poesia risiede nel suo mistero.

La luce Divina e della Natura elaborata secondo le visioni impressioniste di Cristina Diaz Abella fissate sui supporti olio su legno sarà presentata a Spoleto, nelle date del prestigioso Festival 2013. Questi stessi, che sono anche i Colori iberici e fiamminghi di Cristina Diaz Abella -un’Artista di notevoli e molteplici capacità espressive che rimanda all’immagine di una Diva del passato come la Maria Malibran, cantante lirica, pittrice e compositrice con Origini spagnole, nascita Nord europea, naturalizzata Belga- avranno come sottofondo le nuove note di Lux Arcana. Una personale monumentale di respiro internazionale che porta in primo piano l’accesso a una dimensione cosmologica unitaria fatta di musica, immagini, colori e scenografiche suggestioni.

 “Il Cantico dei cantici come porta sull’Universo” il tema. La sala del Duca dello “Spoleto in” sarà il Giardino dell’Eden di Cristina Diaz Abella.

L’ esposizione pittorica ad ingresso libero orari 0-24 durerà dal 29 giugno 2013 fino al 21 agosto 2013. E’ gradita e consigliata la prenotazione della visita.

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Il Giardino dell’Eden di Cristina Diaz Abella.

Una sintesi del curatore. Seguo con molta attenzione la produzione artistica della Diaz, non per l’amore che nutro per la Lirica, che potrebbe indurmi ad un giudizio di parte.

Le opere pittoriche di Cristina possiedono una forza dei colori, del tratto e dell’accostamento che rendono il senso dell’azione inimitabile. Un dinamismo in atto che lascia immaginare l’eternità dell’azione in forme mutevoli e varie, con risvolti in sorprendente evoluzione. Conosco Cristina nella sua produzione letteraria -per la quale sfoggia una capacità d’invenzione, descrizione, movimento della trama e dell’intreccio da grande novelliere- nella produzione lirica -con una voce disarmante e originalissimi composizioni. La produzione pittorica riconferma l’enorme carattere e decisione delle fiere Origine ispaniche che si fonde con l’innovazione dell’immagine secondo i dettami della dinamica Accademia di Bruxelles, Capitale d’Europa.

Messaggi altamente istruttivi tesi al rispetto del Creatore, alla difesa dell’uomo, del creato e in modo speciale della Natura. Ma anche del dialogo e rispetto tra culture, popoli e confessioni religiose in un positivo ecumenismo. La produzione pittorica si caratterizza per un’interpretazione policroma accesa, vivace e brillante, un tocco che ricorda i paesaggi

Macchiaioli italiani interpretati in una maniera più silvana, il Fauvismo inteso in maniera

molto originale e ancor di più il genio creativo di Vincent Van Gogh, a cui si aggiungono

pochi riferimenti simbolisti, ma ricorrenti. I colori dominanti sono i blù dell’Unione e i verdi della Natura, quelli prediletti dell’Artista.

Jacopo Feliciani

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Note dell’artista…

Perché il tema del giardino…Il giardino dell’Eden nella tradizione ebraica viene intesa come la Torah. Cioè la Torah viene chiamata “Giardino”. L’erba e la verdura vi sono le anime di Israele che comprendono la Torah. Crescono nel Giardino. Dalla Sorgente della Sapienza e dall’intelligenza si ingradiscono. La fonte viene intesa come la Sapienza, Israele guardando l’anima dell’anima della Torah accresce la sua Sapienza. L’aspetto della fonte è la sapienza, sorgente inesaurabile di tutte le cose, incoronata dall’Ein Sof divino, dallo Spirito. L’aspetto della fonte è la Teffilah, o preghiera gionaliera che accresce l’intelligenza e la conoscenza.

Cosi l’albero della vita è il ponte fra la conoscenza e la sapienza, fra il cielo e la terra, e

dalla fonte dello Spirito pianta le sue radici nel Malkhut, il regno materiale. La Luce del Re mostra il volto della Regina… la Shekinah, quando il regno materiale è trasceso dalla Sapienza mostra il volto della Shekinah.

Il cantico dei cantici, esprime l’amore del Re verso la Regina, l’Amore prediletto dello Tzadiquin o Giusto verso la Shekinah. Dal Sole, dalla Sfera del Re viene illuminato uno dei volti della Shekinah. Cosí la Luna s’illumina del Sole, il profumo della Terra, è un canto, aspetto della Tefillah, preghiera diurna e quotidiana che avvicina l’uomo alla Corona dell’albero della vita o Ketter. Cosí la Tefillah è atto o Sapienza in atto. Cresce e si arrichisce nel pilastro della Misericordia, capendo e temendo la Giustizia di Hashem. Il Re allora irradia la sua bellezza sopra il Fondamento, poiché è scritto l’offerta dei giusti è come profumo davanti all’altare del Signore. Cosí per la Tefillah intesa come offerta di Israele nel Giardino.

“Io sono la Rosa di Saron, il giglio delle Valli. Quale è il giglio fra le spine, tale è l’amica

mia fra le fanciulle.”

Cantico dei cantici 2, 1-2.

Cosí viene descritta la Torah Orale, che è la presenza divina, la Shekinah. “Re Salomone si fece una dimora con il legno del Libano” Cantico dei cantici 3, 9. Cosí il Re Salomone stabili lo Mishkán o dimora in basso, che assomiglia alla dimora in alto. Cosí lo Mishkán è il Tempio di Gerusalemme, volto della Shekinah, che assomiglia al Palazzo in Alto, la Binah o Sapienza. Chi alza la Conoscenza e la Sapienza è l’Amore, sempre nello splendore del Re e il Fondamento del Giusto, poiché è scritto “La Luce è seminata per il Giusto”.

 Salmi 97, 11.

Dove nascose Dio la Luce? Nel giardino dell’Eden… poiché il Giardino dell’Eden è riservato per i Giusti. Citiamo lo Zohar “Allora i mondi emaneranno una fraganza, e saranno una sola cosa. Ma finché il mondo a venire non arriva essa è stata messa via e nascosta.

Rabbi Yehuda rispondeva:

 Se la Luce fosse completamente nascosta, il mondo non esisterebbe per un solo istante. È invece nascosta e seminata come un seme, che darà vita a ogni cosa. Con quel raggio, Dio alimenta il mondo.”

Cosí nel verso: “Egli mi ha condotta nella casa del convito, e l’insegna che egli mi alza: Amore.”

Cantico dei cantici, 2, 4. Abbiamo visto che la casa è sempre intesa come la dimora dell’Altissimo nel Cantico dei cantici, L’ Amore è quello che alza verso l’alto.

“Suo marito è conosciuto presso le porte della città, quando siede tra gli anziani della terra.”

Proverbi, 31, 23.

Poiché il Santo Benedetto dei Giorni è inconoscibile, secondo il Sefer Ha

Zohar, il Santo Benedetto è conosciuto e compreso nella misura che ciascuno apre le porte dell’immaginazione, secondo la capacità di conseguire lo spirito della Sapienza.Rabbi Shim’on diceva: Suo marito è conosciuto presso le porte della città. Chi sono le porte? Come è detto

: “Sollevate i vostri spiriti, o porte! Siate sollevate in alto, apertura

dell’eternità.”

Salmi 24, 7. Attraverso queste porte, giardini celesti, Il Santo Benedetto diventa

conosciuto, altrimenti nessuno può comprendere. Cristina Diaz Abella

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Il Cantico dei Cantici di Lux Arcana. Per svelare l’ultima produzione di Lux Arcana abbiamo approfittatto del prezioso tempo che ci ha dedicato una delle due anime del progetto, la cantante lirica

Cristina Diaz Abella. Nella sua ultima

attività di ricerca e sperimentazione Cristina, insieme a Luciano Daini -compositore, geniale talento e polistrumentista- studia un progetto denominato Lux Arcana, con il quale intende proporre della musica che proviene dalla stessa località d’origine misteriosa dell’Uomo. Il progetto è nato da qualche anno, e con l’ultima produzione, Lux Arcana ha raggiunto una maturità sufficiente per proporre una delle liriche più antiche, belle, misteriose, toccando la dimensione umana del racconto della bellezza del rapporto ed eros di coppia:

“Il Cantico dei Cantici”.

Il Cantico è un testo nato in Ebraico proveniente dal mitico terzo Re d’Israele, Salomone -con tutte le incertezze accademiche alternative polemiche del caso- Cristina è uno spirito libero, internazionale, positivo, sempre alla ricerca e alla scoperta della bellezza del mondo e anche fuori dal mondo. Trattare uno specifico argomento per lei significa proporre prima a se stessa e poi al pubblico, una sintesi della comunicazione dell’Universo. Propone dunque il Cantico del X o VI sec.a.C., una lirica sempre attuale perchè celebra l’uomo per mezzo dell’amore di coppia. Sceglie la bellissima versione latina, un omaggio lirico alla Tradizione italica che ha sposato dal 2005 e che proviene dai suoi studi musicali lirici, dall’affermazione del Melodramma italiano. Il suo eclettismo

è spirito della sua continua ricerca e sperimentazione. Voce impostata e proiettata in avanti della lirica, conosce la lezione degli ultimi Maestri come Wagner e Puccini -la loro esigenza di sperimentare sacrificando cantanti al servizio completo della composizione e dello spettacolo.

Ma conosce anche il messaggio della Natura che è molto più semplice e diretto. La natura si manifesta con i propri suoni. Dio e l’uomo attraverso la voce, la parola, i numeri, le proporzioni, il canto. E’ concepibile anche un canto, una musica, un’armonia o contrappunto che proviene da una dimensione sconosciuta ma che si confronta con le altre comunicazioni in un ecumenesimo di arti, pensieri e culture.

Il progetto non pretende di essere un qualcosa di filologica e fedele ricostruzione secondo il sistema musicale ebraico. -L’antico sistema musicale ebraico era costruito su una scala eptatonica, a somiglianza dell’attuale sistema occidentale di oggi. Ricalca il modo minore armonico attuale con il settimo grado sensibile e secondo, terzo, sesto grado abbassati.- Segue il tradizionale sistema temperato moderno con le tradizionali scale musicali maggiori e minori e il tradizionale diapason moderno attestato a 440hz.

Presenta una moltitudine di tonalità

diverse spesso con molti accidenti in chiave. Si esplorano tonalità come il fa diesis, lab maggiore, re minore naturale, do diesis.

Affrontare un testo come il Cantico musicalmente è una bella sfida. Un arrangiamento apprezzabilissimo. Una voce lirica strepitosa. Impostazione in maschera perfetta, con tessitura estesissima, armonici corposi e un bello squillo negli acuti. Lascia immaginare le voci dell’epoca d’oro del Melodramma! Seguita da un compositore come Luciano Daini che inventa armonizzazioni e orchestrazioni molto originali improvvisando con ritmi e ingressi di strumenti sempre diversi.Il lavoro, che verrà presentato a Spoleto, in prima mondiale nelle date del Festival 2013, e a settembre in prima tedesca, in occasione della Mostra fotografica sulla luce emanata dalla polvere della Cattedrale di Colonia di Thomas Otto Schneider, è diviso nei seguenti episodi:

Capitolo 1

Brano strofico, polifonico (2 e 3 voci), con traccia melodica molto celebrativa. Il primo brano a cappella per contralto e tenore inizia con “Osculetur me osculo oris”, mi baci… con la sua bocca.

Ha avvio una voce scura femminile imperiosa e un tenore implorante -che spesso in ostinato ripete ossessivamente la dominante, lasciando passivamente aperto il discorso, ma con la facoltà di poter risolvere da un momento all’altro- Il re minore naturale tonalità definita eccentrico eccitante, evoca un giallo oro brillante che difficilmente svanisce per la concatenazione di accordi I-VI-VII-I e I-IIVII-

I. Un’introduzione molto accattivante che sebbene torni allo stato fondamentale, lascia aperto un’inquisitorio riinizio.

Capitolo 3

Nota iniziale re# in un episodio in cui c’è la levata dal letto per la ricerca dell’amato tonalità d’impianto fa# maggiore (sei alterazioni).

Sulla 4 strofa intervento dell’organo sulla nota Fa al testo del soprano “Paululum cum pertransissem eos,” che stride in Fa# del canto, al ritrovamento dell’amato. L’ingresso dell’organo ‘strilla’ con degli acuti di false relazioni simultanee (dissonanze) di gioia. Poi la successiva fase è duodecima che prelude all’ingresso dei valorosi d’Israele con Salomone in primo piano tonalità del La maggiore (3 alterazioni in chiave).

Capitolo 5

Il lab (4 alterazioni in chiave) del brano presuppone la morte, il giudizio, evocando un colore porpora-violetto. La tonalità d’impianto modula alla sottodominante -intervallo che evoca un color giallo-marrone- nel do# (sette alterazioni in chiave e costellazione in Scorpione) sul finale -il colore associato diventa viola colore sensuale con una vena malinconica e triste. E’ la parte del Cantico in cui l’amato torna a casa ma l’amata non è pronta ad aprire la porta e l’amato si allontana. La donna nella ricerca affannosa dell’amato descrive le sue bellissime sembianze alle figlie di Israele.

L’angoscia pervade l’episodio.

Per informazioni:

Hotel Spoleto in

S.S.Flaminia Km 123

06049 Spoleto (Pg)

Tel. 0743-223576 / 0743-44959

e-mail hotelspoletoin@virgilio.it

Web page: http://www.hotelspoletoin.it

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