La pittura di Adele Lo Feudo (alias Alf) è in continua evoluzione. E questa nuova personale dell’artista, perugina d’adozione, ne è la prova lampante. Non solo la linea, il colore, la figura e tutta l’orchestrazione pittorica lo dimostrano, ma è l’”idea”, l’uso del pensiero, naturalmente abbinato alla tecnica, che contraddistingue il suo personalissimo modo di fare pittura e di concepire la “creazione artistica”.

L’opera creata non può essere ridotta esclusivamente al quadro che si mostra allo spettatore, ma l’intera ambientazione è una “installazione d’autore”: vi è un filo rosso che collega l’idea del quadro, la bozza, la realizzazione concreta, la concezione e l’ideazione degli spazi, ed infine, il collocamento spaziale delle opere all’interno della mostra dal titolo ”Anima e corpo”.

Il quadro, nell’intenzione dell’artista, è una manifestazione a volte esplicita, a volte recondita dell’anima: è nei particolari che risiede la chiave di lettura, la chiave di volta che disvela la comprensione del dipinto.

Ideazione e realizzazione, anima e corpo, mente e materiale, pensiero e fare, sono le dicotomie essenziali che accompagnano Adele Lo Feudo nella sua vita d’artista: tutto ciò provoca, inevitabilmente, creatività e, per ciò stesso, EVOLUZIONE.

Ed è nel pensare che si ottiene l’opera d’arte, concepita al di fuori della temporalità storica; al contempo, è nella creazione che si materializza il pensiero creativo ed originale dell’artista. A tutto questo, aggiungiamo l’uso mirabile quanto prezioso del colore che assume toni non solo materialistici ma distintivi dell’idea. Ed è sempre nell’uso dei non-colori (bianco, nero e la fusione di entrambi) e del fucsia che rintracciamo la connotazione coloristica della pittrice.

L’evoluzione, di cui abbiamo cercato di delineare la genealogia, è presente dapprima nel “pensiero creativo” dell’artista, che poi si riversa totalmente nell’opera d’arte. L’artista, pertanto, allo sviluppo analitico ed intellettivo di ciò che vuole rappresentare, fa seguire una evoluzione, che si manifesta, successivamente, nella pittura e nella tecnica, nei contorni e nello sfumato, nel figurato e nel tratto. La raffigurazione che ne consegue, dunque, risentendo dell’evoluzione interiore e psicologica, si tramuta in qualcosa di altro ed ulteriore. E la pittura diviene, ineluttabilmente, misterica nel suo palesare figure, personaggi, volti, vite.

Il mistero che custodisce la pittura di Alf è rappresentato dalla vita, dall’esperienza personale e dall’inconscio psicologico racchiuso nelle immagini, nelle situazioni che descrive, che narra, che sviluppa nel fare pittorico. L’artista riesce così a trasfigurare sulla tela le emozioni della vita di ciò che ritrae e, nella ciclica triade idea-dipinto-vissuto, le figurazioni si arricchiscono, si elevano alla condizione di “opera d’arte”.

Questa duplice evoluzione, di conseguenza, consta di due fasi cicliche e biunivoche. L’artista dapprima concepisce e, successivamente, realizza l’opera d’arte; quest’ultima, in forza dell’attività mentale e pratica dell’artista, che nuovamente la interpreta e la riproduce, da semplice oggetto di vita quotidiana, assurge al rango di “opera d’arte”, acquisendo dignità artistica. Si sottolinea, che, nel farsi del dipinto, nell’oggettivarsi di ciò che è ritratto, non si coglie alcunché di metafisico. In altre parole, l’artista riesce ad evolversi e a metamorfosare l’oggetto raffigurato, non attraverso un dipingere meta-significante, ma attraverso l’uso del colore, dei particolari, e, con l’introduzione di due coordinate fondamentali: il MOVIMENTO e il VORTICE.

Questi due elementi connotano il fraseggio pittorico dell’artista: le linee di movimento danno vita ad una quarta dimensione che vivifica i soggetti rappresentati, eliminando ogni nota di staticità e di pesantezza visiva. Il vortice, d’altro canto, già usato in precedenza dall’artista, ora cambia forma e posa: ha lo scopo anch’esso di conferire movimento, tuttavia, è usato con la finalità di ampliare la significanza del mondo interiore del personaggio raffigurato.

Così dipinti, i brani pittorici di Adele Lo Feudo si collocano a metà strada tra il neorealismo italiano di inizio novecento e l’iperrealismo pittorico contemporaneo. I toni divengono cupi, le immagini emergono da un vortice scuro al centro del quadro, che è insieme punto di fuga e centro prospettico del disegno. Le linee di costruzione, infatti, nel divenire circolari, si tramutano in tratteggi vorticosi che disvelano l’opera, e che, a partire da essi, esce e si fa cosa reale, oggetto.

I ritratti si distinguono da un figurativo di maniera o didascalico: essi, infatti, connotano e descrivono l’anima del protagonista, racchiudono nel disegno e nel colore il “vissuto interiore” di chi è stato dipinto. Ed è nei particolari, emergenti dallo sfondo, per mezzo di una apparente e stridente variazione tonale, che risiede l’anima, il “soffio vitale” che caratterizza ognuno dei quattro personaggi ritratti.

Nei particolari, del resto, è possibile intravvedere e percepire non solo la vita o le vicende personali di chi è rappresentato. Leggendoli attentamente, si può percepire il carattere, le disposizioni e le volizioni dei differenti soggetti, unici ed irripetibili, ma, parimenti, diversi gli uni dagli altri. Alle semplici linee ed al colore, Alf aggiunge la VITA, rende viva l’opera d’arte in un processo che non va più dal personaggio verso il quadro, ma, viceversa, dal quadro verso il personaggio. Tale procedimento può essere spiegato con le parole di S. Dalí, secondo cui l’artista “non dipinge un ritratto che assomiglia al modello, piuttosto è il modello che dovrebbe assomigliare al ritratto”. Queste parole ben descrivono il processo psico-pittorico, in forza del quale, Alf riesce ad entrare empaticamente in sintonia con il personaggio che raffigura, quasi cercasse di trasfigurarlo idillicamente, di trasformarlo attraverso la sua pittura.

Ma la pittura non basta. Vi è la necessità di esprimere un’eccedenza di senso e di significato che va oltre la tela dipinta.

Questa è la ragione per la quale la pittrice vuole spiegare le sue opere attraverso l’introduzione esplicativa di versi poetici: la chiusura del cerchio, la conclusione dell’evoluzione creativa è, in tal modo, intellettualistica. La mente dell’artista che pensa l’opera d’arte, dapprima cerca di delinearla attraverso una bozza schizzata, poi vi è il passaggio sulla tela, per mezzo del disegno e del colore, ed infine la necessità di riesprimere nuovamente il significato dell’opera con le parole, quasi fossero proiezioni allungate, un’estensione dell’immagine impressa sulla tela. E l’installazione della mostra stessa, sembra essere parte integrante dei quadri, quasi fosse una ulteriore opera d’arte, che le include e le conchiude: è la personale dell’artista l’opera d’arte finale, lo scopo e l’arrivo ultimo delle singole opere d’arte singolarmente installate.

Concludiamo nell’evidenziare che le peculiarità stilistiche e compositive della pittura di Adele Lo Feudo sono tipiche di uno stile, che non vuole essere inquadrato all’interno della storia dell’arte, ma che cerca, in forza della sua originalità, di essere altro rispetto alla ai movimenti artistici precedenti.

L’artista riesce in questo intento, poiché è nell’atto stesso del dipingere che trova lo scopo della sua vita e un proprio linguaggio autonomo. Declinato in tal senso, “dipingere è azione di autoscoperta. Ogni buon artista dipinge ciò che è” (J. Pollock).

In definitiva, la pittura di Adele Lo Feudo si colloca, all’interno del frastagliato scenario artistico del post-moderno, come una importante e solida “voce solista”, alla continua ricerca di originalità, spunti creativi, nuove modalità espressive ed innovative grammatiche pittoriche.

Dr. Simone Fagioli

(Immagini relative alla mostra dal titolo “Anima e Corpo” – Personale di Adele Lo Feudo (ALF), 13-27 Aprile 2013 – Accademia Nazionale della Civetta, Via Bruschi 2, Perugia)

adminArteCronacaCulturaLa pittura di Adele Lo Feudo (alias Alf) è in continua evoluzione. E questa nuova personale dell’artista, perugina d’adozione, ne è la prova lampante. Non solo la linea, il colore, la figura e tutta l’orchestrazione pittorica lo dimostrano, ma è l’”idea”, l’uso del pensiero, naturalmente abbinato alla tecnica, che...Blog di Simone Fagioli