È stato presentato a San Pietro Infine (Caserta), il romanzo “La libertà delle foglie morte” della scrittrice toscana Elide Ceragioli. L’evento era organizzato dell’Associazione Culturale “Ad Flexum” di San Pietro Infine, dal mensile letterario “Il Foglio volante – La Flugfolio” e dal Centro Studio Letterari “Tre Torri” di Venafro.

Dopo il saluto del Presidente dell’Associazione Culturale “Ad Flexum” Maurizio Zambardi e del Sindaco Giuseppe Vecchiarino, hanno parlato del libro e dell’Autrice, a un pubblico folto e interessato, Amerigo Iannacone, Poeta e Scrittore, Giuseppe Napolitano, Poeta e operatore culturale, Ida Di Ianni, Poetessa e operatrice culturale. Interessante l’intervento dell’Autrice che, tra l’altro, rispondendo a domande che le erano state poste, ha accennato alle motivazioni del romanzo e ha anche ampiamente parlato di altri interessanti progetti editoriali cui sta lavorando.

Elide Ceragioli, nata a Massa il 30 ottobre 1954, vive dalla metà degli anni ’80 in una frazione del comune di Campi Bisenzio alle porte di Firenze. Felicemente sposata dal 1982, ha due figli: Andrea nato nel 1987 e Chiara nel 1989.

“La libertà delle foglie morte”, ci trasporta nella Germania degli anni ’30, nel clima particolarmente pesante che si viveva in quegli anni in Germania, dopo l’emanazione delle leggi razziali. Con tutte le angherie, le violenze, i delitti, che si perpetravano contro gli ebrei, contro i pazzi, contro gli omosessuali, contro gli emarginati. Un clima che non lasciò indenne l’Italia e che si trasmise praticamente a tutta l’Europa, fino ad arrivare a quella tragedia epocale che fu la shoah.

Qualche parola sul titolo, La libertà delle foglie morte. Per capirlo bisogna leggere un breve brano: «L’orchestra si era disposta per le danze e le luci sfavillanti illuminavano un ambiente fastoso e ricco, in cui tutti facevano del loro meglio per cacciare l’idea che quel tempo poteva prima o poi finire, e che in fondo ognuno di loro godeva della stessa eternità delle foglie, strappate dal vento agli alberi e che si illudono di essere libere mentre volteggiano giocose ed invece sono già morte.»

Immaginiamo le foglie autunnali che si staccano ingiallite dal ramo e, mentre cadono, volteggiando in aria e si illudono di aver conquistato la libertà, non essendo piú attaccate al ramo. Ma il loro volo non dura molto. Pensano di essere libere ma è una libertà illusoria perché sono morte e finiranno al suolo destinate ad essere calpestate e a infradiciare.

Quelle foglie sono una metafora delle persone che vivono nel duro contesto in cui è ambientato il romanzo, ma si può anche estendere la metafora a tutti gli uomini, di ogni tempo e di ogni luogo.

 

Simone Fagioli

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