Vini nel Mondo 2008: itinerario eno-gastronomico – Parte II

di Simone Fagioli

La seconda tappa del nostro itinerario eno-gastronomico è il bellissimo Palazzo Leti-Sansi.

Costruito dall’importante famiglia Leti, a cavallo tra il secolo XVI ed il secolo XVII, l’edificio unifica antiche costruzioni preesistenti alla sua edificazione, e nei primi anni del secolo XX, divenne proprietà del Consorzio della Bonificazione Umbra, che ne fece la propria sede amministrativa .

Il Palazzo Leti-Sansi, nuovamente consolidato ed interamente ristrutturato, anche se ancora mancante di una “ripresentazione estetica”, vale a dire di un restauro degli apparati estetico-decorativi, costituisce a tutt’oggi uno scenario davvero suggestivo, di enorme fascino.

Il nostro percorso inizia con i vini rossi delle Langhe, e precisamente con la degustazione di uno degli undici D.O.C.G. del Piemonte, vale a dire del “Dolcetto”.

Il “Dolcetto d’Alba – Vigna La Costa”, prodotto ed imbottigliato dall’azienda agricola Piero Benevelli, situata in Monforte d’Alba – Cuneo, è il primo dei vini dell’esposizione; la nostra attenzione si è poi posata sul “Dolcetto di Dogliani” prodotto dell’azienda Ribote di Dogliani, che prende il nome dall’anonima cascina, che si trova nel cuore delle Langhe.

L’azienda vitinicola “Ca’ Brusà”, invece, si presenta al pubblico con il seguente moto: “La terra è fatica e amore,/la vita è fatica e amore,/il caldo sole d’estate fa sudare le nostre fronti, ma poi arriva l’autunno con il profumo dei mosti…E il nostro cuore si rallegra!”. Le eccellenze di questa cantina sono il “Langhe Chardonnay” (vino bianco D.O.C) ed il rosso “Barolo – Vigna D’Vai” (per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito http://www.cabrusa.com).

La Toscana trova anch’essa nobile rappresentanza con la Casata “No, vó lì” del Bene. Affacciata su un’ansa dell’Arno, si estendeva la vasta tenuta dei del Bene, antica ed illustre famiglia fiorentina. Un giorno Leonardo da Vinci, in cerca di un passaggio suggestivo da immortalare in qualche suo dipinto, incrociò Jacopo del Bene, che salutandolo, gli suggerì di cercare ispirazione verso L’Artimino. Leonardo, indicando le terre dei del Bene, rispose: “No, vó lì che gli è più bello”. Da allora la proprietà prese il nome, appunto, di “No, vó lì”, oggi utilizzato dalla signore del Bene, ultima discendente dell’antica casata fiorentina, per l’azienda di Montepulciano.

Le due eccellenze senesi da noi degustate sono il “Cavernano” (I.G.T) ed il “Tavernaia” dell’annata 2006 (per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito http://www.no-vo-li.it).

Segnaliamo, infine, lo “Zafferano del Ducato”, produzione tipica del Comprensorio spoletino, riscoperta solo oggi dopo tre secoli, e coltivata nelle zone che vanno da Acquasparta, per passare nei territori di Massa Martana, Giano, Gualdo Cattaneo, Bevagna, Montefalco, Castel Ritaldi, Trevi, Campello sul Clitunno, arrivando nelle terre spoletine. Sono ben trentadue i produttori dello Zafferano (Crocus sativus) uniti nell’omonima Associazione “Zafferano del Ducato”, con sede presso la Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano.

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